Cronache del Bambino Anatra
Seguiamo questa produzione teatrale di Sonia Antinori, per l’Associazione Malte, fin dal suo nascere. Da diversi anni seguiamo tecnicamente lo spettacolo in tournée.
Cronache del bambino anatra è inserito nel più ampio progetto GLI imPERFETTI, realizzato con il sostegno della Fondazione Crup e con il coinvolgimento delle attrici Maria Ariis e Carla Manzon. Scritto da Sonia Antinori e diretto da Gigi Dall’Aglio, il lavoro ruota attorno ai disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), quei disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto, e che in Italia – secondo gli ultimi dati – riguardano oltre 1.900.000 persone. E’ solo dal 2010 che la nozione di DSA ha garantito attraverso la legge 170 la tutela del diritto allo studio attraverso metodologie mirate che possano favorire tutti gli studenti dando spazio al loro vero potenziale.
“Il testo dello spettacolo – spiega l’autrice – è nato in seguito a due anni di ricerca sul campo, in cui abbiamo incontrato soggetti direttamente colpiti da disturbi cognitivi, ma anche docenti, genitori, studiosi. Ciò che ne è scaturito è semplice come una fiaba, e come una fiaba ha personaggi immediatamente riconoscibili (una madre, un figlio) e una struttura classica, in questo caso smontata a rimontata con salti temporali che tratteggiano cinquant’anni di vita. Da quando “il bambino era bambino”, nei favolosi anni Sessanta, fino ai giorni nostri, questa piccola storia d’amore è punteggiata di quegli ordinari strappi, di quelle incomprensioni e quei ritrovamenti, delle cadute e risalite, che riecheggiano nell’intimo di ogni esperienza umana. Mentre il bambino si fa adulto e la madre, sempre più fragile, scivola lentamente via, i ruoli si invertono secondo la crudele organicità del ciclo vitale e l’uomo è costretto a riscoprire l’imperfezione più grave, che bilancia e compensa tutte le altre: il suo essere mortale. La scelta di una retrodatazione di qualche decennio consente di mettere a fuoco il problema all’epoca in cui comunità scientifica e società civile non avevano ancora scoperto la vera natura di tali problemi, contribuendo a comprendere conflittualità e disagi che anche oggi continuano a colpire ambiti come scuola e famiglia, dove non tutti sono ancora preparati a comprendere tali “imperfezioni”.
Oltre alla naturale finalità divulgativa il progetto mira con forza a una riflessione più ampia sul rapporto che ogni essere umano ha con le sue imperfezioni e ha l’ambizione di schiudere allo spettatore un momento di arricchimento umano e di conoscenza individuale. La lezione di chi, partendo da uno svantaggio, identificando il problema e sviluppando strumenti adeguati ad affrontarlo, trasforma la rabbia in forza di volontà, ha portata universale.